Cercasi operai che non siano già impegnati a fare altro

Vedendo le folle Gesù ne ebbe compassione perché erano stanche e disperse, come pecore senza pastore. Allora egli disse ai suoi discepoli: La messe è veramente grande e gli operai sono pochi. Pregate il Signore della messe perché spinga degli operai nella sua messe.

Cercasi operai

Questo passaggio che è riportato negli evangeli di Matteo, Marco e Luca ci parla di come Gesù vedeva le persone: stanche e disperse. Quando siamo fuori sulla strada, fermiamoci un attimo e guardiamo le folle. Riusciamo a vederle come le vedeva Gesù?

I bisogni della gente intorno a noi sono veramente tanti, troppi. La messe è veramente grande!

C’è un urgente bisogno di operai. Tuttavia sembrerebbe che questi operai, a volte, non vogliono andare a lavorare nel campo. Dio li deve spingere e chiede a noi di pregare per questo.

Di seguito potrete leggere due storie diverse sia per l’epoca che per territorio, ma sono entrambe straordinarie; un esempio di operai nascosti, forse timidi ma ubbidienti; operai capaci di ascoltare la voce del loro Padrone, e che sono pronti, disponibili a lasciarsi usare in ogni modo.

Da una storia narrata da Rosalind Goforth (Inghilterra, 1900)

Era il giorno di Capodanno e il freddo era intenso. Gionata e io eravamo usciti a fare una passeggiata, a poca distanza dalla mia casa. Giunti all’incrocio con una strada, ad un tratto mi fermai.

Famiglia Goforth

“Gionata mi sento come sospinta ad andare nella direzione opposta, verso i quartieri popolari”. Egli mi guardò sorpreso e restammo a discutere per alcuni minuti.

I quartieri popolari erano l’ultimo posto immaginabile per una passeggiata di fidanzati.

Era in realtà, quello, il posto popolato dai più poveri tra i poveri ed era il luogo dove avevamo preso in affitto una sala per la nostra missione, il posto migliore per arrivare alle persone che volevamo raggiungere.

“Ti è mai capitato di sentirti chiaramente spinto a fare qualcosa, in maniera tale da essere quasi obbligato a farla?” dissi io alla fine.

“Se senti questo”, rispose, “andiamo!”.

Fu una passeggiata silenziosa. Percorremmo la strada verso i quartieri per più di due kilometri, poi mi addentrai in una strada laterale.

Cominciai ad avvertire del nervosismo. Esitai per un istante, poi mi diressi verso un gruppo di caseggiati, e mi fermai davanti a una casetta.

“Gionata, non guardarmi come se fossi impazzita, suoniamo a questa porta”.

“Ma perché?”, rispose Gionata manifestando una certa ansia.

“Non lo so” risposi.

Devo dire che l’uomo che abitava in quella casa era un una persona burbera che era sempre ubriaca e che io cercavo sempre di evitare quando mi recavo a visitare sua moglie; infatti lo facevo nelle ore in cui lui non poteva essere in casa.

Adesso non v’era alcuna ragione di quella visita. Bussammo ugualmente.

La porta fu aperta dal marito che non appena mi vide, gridò tra le lacrime : “Signorina, è Dio che vi manda!”

La casa sembrava una ghiacciaia, non avevano né riscaldamento, né cibo. La povera donna giaceva su un miserabile giaciglio coperta di quasi nulla e sembrava che dovesse morire in uno dei suoi accessi di tosse. Ci raccontarono la triste storia. La donna si era ammalata gravemente e il marito in uno di quei rari momenti di lucidità era andato agli uffici comunali per chiedere aiuto, ma essendo il giorno di Capodanno li aveva trovati chiusi. Tornato da sua moglie privo dell’ultima speranza di aiuto, si era inginocchiato davanti al letto di lei e aveva chiesto a Dio mi mandargli qualcuno che li potesse aiutare. Era in quel momento che mi ero sentita prendere da quello strano impulso.

La storia non sarebbe completa senza il seguito.

Quarant’anni dopo, mentre mia figlia Ruth era in licenza dopo un periodo missionario, stava parlando in quella sala della Missione. Poco dopo entrò una signora invalida che chiese di poter parlare con Ruth. Quando Ruth si avvicinò a lei, ella prese un fagottino che conteneva del denaro e le disse: “Date questo a vostra madre e ditele che non ho mai dimenticato la maniera nella quale mi ha salvato la vita quarant’anni fa”.

Da una storia narrata da una missionaria di Porte Aperte (Iran, 2015)

Un pastore e sua moglie, insieme alla loro figlia maggiore, stavano viaggiando in macchina in direzione di un piccolo paesino alle spalle di Abadan (Iran).

Il viaggio era abbastanza lungo, per cui si necessitava di almeno una fermata per fare rifornimento di cibo e benzina.

Dopo qualche ora, lungo il tragitto l’uomo decise finalmente di fermarsi. Scese dall’auto e si allontanò per comprare qualcosa da mangiare, lasciando le due donne nella vettura parcheggiata in una piazza molto affollata. Sul marciapiede, tra la gente, c’era un uomo fermo che sembrava aspettasse qualcuno. Era vestito rigorosamente di tutto punto e il suo modo di vestire indicava esattamente lo status e l’appartenenza religiosa. Le donne nella macchina l’avevano notato.

Intanto il pastore era salito in macchina con una busta della spesa, e mentre stava per mettere in moto, si sentì dire dalla moglie: “Sai, sento che noi dovremmo parlare con quell’uomo lì fermo sul marciapiede!”.

Il marito guardò l’uomo e, voltandosi verso di lei, disse: “Cosa? Non vedi come è vestito? Può essere molto pericoloso! Non mi fermerò a parlare con lui”. Mise in moto l’auto e si avviò per continuare il viaggio.

Avevano percorso già un paio di kilometri quando sentì la moglie esclamare: “Sai, cosa penso? Quando Dio un giorno mi chiederà: perché non vi siete fermati? Io gli dirò di chiederlo a te!”.

A questo punto il marito fermò l’auto, fece un inversione e tornò indietro. Si fermò proprio davanti a quell’uomo, il quale intanto era rimasto ad aspettare… Mentre scendeva dall’auto disse alla moglie:

“Mettiti alla guida, se succede qualcosa scappate! Andate via di corsa!”.

Poi si avvicinò all’uomo, il quale aveva osservato tutta la scena, si inchinò e lo salutò: “Buon giorno, disse, io sono un pastore evangelico e volevo soltanto augurarle una buona giornata!”.

L’uomo sorpreso esclamò:

“Lei è un pastore evangelico? Ma allora è vero che Dio risponde alle preghiere! Desidero tanto ricevere una Bibbia perché voglio leggerla. L’ho chiesto a Dio in preghiera e ho sentito di venire qui in questo punto della strada e aspettare. Io l’ho vista arrivare prima, e ho pensato che eri tu l’uomo che me l’avrebbe portata. Ma poi sei andato via… !” disse sorridendo.

“Tu vuoi una Bibbia per leggerla?” chiese il pastore incredulo “Certo! Io posso dartela” gli disse e lo abbracciò.

Pochi giorni dopo quell’uomo si convertì a Cristo.

Forse potremmo raccontare molte, tante altre storie simili, di operai fedeli al loro Padrone, tuttavia sarebbe molto bello se la prossima storia che racconteremo fosse proprio la tua…

Inviaci la tua storia e noi la pubblicheremo qui.

Roberta Ricca